Un sasso è caduto in un bicchiere

un sasso è caduto in un bicchiere

Un Sasso è caduto in un bicchiere

Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.

Non è che si sia rotto il bicchiere, quindi non si può, come nel caso del Gleno, dare della bestia a chi l’ha costruito. Il bicchiere era fatto a regola d’arte, testimonianza della tenacia, del talento, e dei coraggi umani. 
La diga del Vajont era ed è un capolavoro, perfino dal lato estetico.

con queste parole 50 anni fa, Dino Buzzatti descriveva il disastro del vajont sulle pagine del corriere della sera l’11 ottobre 1963, due giorni dopo la tragedia…

oggi, 50 anni fa, circa 2000 persone perdevano la vita, alle 22 e 39.

Oggi, 50 anni fa, una frana di 260 milioni di metri cubi di roccia e terra piombava nel bacino artificiale alle spalle della diga cancellando per sempre in 4 minuti:

  • Longarone
  • Faè
  • Villanova
  • Prada
  • Codissago
  • Il Cristo
  • Pirago
  • San Martin
  • Frasègn
  • Le Spesse
  • Pineda
  • Ceva
  • Rivalta
  • Marzana.

Marco Paolini con il suo modo di raccontare ti colpisce direttamente al cuore facendoti provare emozioni fortissime.

Pelle d’oca mentre racconta gli ultimi minuti da quando la frana si stacca dal monte Toc a quando l’acqua investe Longarone con tutta la sua ferocia.

Se vi capita guardatevi lo spettacolo integrale (lo trovate in dvd su amazon se non sbaglio) e capirete meglio come e perché è successo tutto questo.

Non dimentichiamo mai cosa può fare la natura quando viene messa a dura prova da uomini senza scrupoli e completamente incoscienti.

La diga era costruita bene, solo nel posto sbagliato ed è ancora li a testimoniarlo!

50 anni sono passati ma non bisogna mai dimenticare…

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